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La casa che scompare

Questa villa si trova a ridosso della collina di Superga, sulla strada che collega Torino a Pino Torinese.

La costruzione dell'edificio iniziò nel 1706, conosciuta come "Vigna Marchisio", dal nome del suo primo proprietario. Fu completata nel 1761 quando venne acquistata da Giovanni Paolo Melina, conte di Capriglio da cui prese il nome.

Si susseguirono vari acquirenti fino a che venne ceduta al comune di Milano nel 1963.


Nel corso del tempo questa villa alimentò varie leggende, dalle più lussuriose alle più macabre.

Le prime risalgono già all'800 e raccontano di orge tra nobili, donne scomparse e mai più ritrovate.

Si racconta che Vittorio Amedeo II di Savoia si recasse in questo luogo per incontrarsi con la sua amante.


Nel 1773 la casa fu acquistata dal Regio Demanio. Queste leggende le diedero l'appellativo di "Casa del Demonio".

Nel 1971 furono avviati i lavori di restauro ma vennero presto interrotti. Forse anche a chi lavorava in questa casa erano giunte all'orecchio le leggende che la riguardavano, infatti secondo alcuni testimoni, nei sotterranei vi era una specie di cunicoli costruiti da un architetto praticante satanismo che convinse i proprietari ad unirsi al suo culto nei bassifondi della villa e a partecipare attivamente a riti di Magia Nera.

I nobili si divertivano con giovane fanciulle, spesso prelevate dalle campagne circostanti, per poi essere eliminate per non screditare il buon nome delle famiglie aristocratiche del tempo.

Probabilmente le poverine venivano torturate e costrette a giochi macabri e perversi.


Un'altra spaventosa leggenda sarebbe quella secondo la quale nelle notti invernali di plenilunio, quando cala la nebbia, la casa svanirebbe nel nulla per poi ricomparire solo al mattino.

La motivazione di questo misterioso e affascinante fenomeno troverebbe spiegazione nella volontà stessa della casa di nascondersi alla vista affinché nessuno possa disturbare le feste che avvengono al suo interno.


Chi passa di lì cerca di superare velocemente l'abitazione e si racconta di "passaggi di spiriti, del risuonare di un pianoforte e di risate".

Si narra della presenza di una stanza nei sotterranei della villa, di forma ottagonale. L'ottagono è infatti una figura legata al culto della magia nera e c'è chi sostiene che non sia altro che una delle porte dell'Inferno.



Le messe nere richiamarono oscure presenze e quando la villa venne acquistata da una famiglia ai primi del '900, il capofamiglia impazzì e spinto da quelle entità maligne, assassinó moglie e i 3 figli, i cui fantasmi albergano ancora oggi nella casa...


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